Home / In evidenza / Storie di Torino: “La Monferrina”, la più nota ballata piemontese
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Storie di Torino: “La Monferrina”, la più nota ballata piemontese

“La Monferrina” è una danza popolare piemontese molto antica che deve il suo nome al Monferrato, terra in cui pare sia nata.

Essa è caratterizzata da un tempo di 6/8, si balla a coppie e la versione originale prevede che si formi un cerchio attorno alla coppia più brava o più importante. Lo è in parte anche tuttora, ma fino ad alcuni decenni fa, possiamo affermare con certezza che è stato uno dei canti più noti e più ballati in Piemonte, nonostante si fosse diffuso anche in altre regioni dell’Italia settentrionale.

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La versione originale è la più diffusa, anche se esistono tante piccole varianti legate alle parole o ad alcuni piccoli pezzi di frasi. Nel testo si parla di una certa “Maria Caterina” (nella versione piemontese “Maria Catlina”), che viene corteggiata da un giovane uomo ed invitata a ballare.

“La Monferrina” esprime gioia, festa, allegria, socialità ed aggregazione! È con questo ballo che Gianduja, la maschera simbolo di Torino, la sera di San Giovanni (giorno durante il quale si festeggia il patrono di Torino) apre le danze con Giacometta nella piazza centrale della Città, ovvero Piazza Castello, subito dopo che si è bruciato il tradizionale “Farò”.

Quello che segue è il testo della canzone (in piemontese), con la traduzione in italiano.

LA MONFERRINA

“O cià cià Maria Catlina / dummie dummie na si assià
Oh si si ch’ji la daria / L’ai lassà l’siass a cà.
Ris e coi e tajarin / Guarda un po’ cum’ a balo bin.
Balo mei le paisanote / che le tote de Turin.

RIT: O bundì, bundì, bundì / ‘ncura na volta, ‘ncura na volta.
O bundì, bundì, bundì / ‘ncura na volta e peui papì.
‘ncura na volta sota la porta / ‘ncura na vira sota la riva.
O bundì, bundì, bundì / ‘ncura la volta e peui papì

Cosa’t fas Maria Catlina / li setà ‘n sal taburet;
da na man la vetalina / e da l’autra ‘l fassulet.
Piè ‘na gioia che vi pias, / dei ‘na man tirela an bras.
La curenta l’è pi bela / e poi tràllarillalà.

RIT: O bundì, bundì, bundì…

Per dansè la Munferina / l’è rivais n’ufizial.
L’à ciapà Maria Catlina / l’à portala ‘nmes al bal.
Fate in là ti paisan / passo mi col guard’enfant;
fame mach un ben inchin / e ti fasso un bel basin.

RIT: O bundì, bundì, bundì…”

La Famija Turinèisa, che balla “La Monferrina”: la più nota ballata piemontese

Traduzione in italiano:

“O ciao, ciao Maria Caterina / diamole diamole una setacciata

o sì sì che gliela darei / ma ho lasciato il setaccio a casa

Riso, cavolo e tagliatelle /guarda solo come ballano bene

ballano meglio le ragazze di paese / che le signorine di Torino

Rit.: o buondì, buondì, buondì /ancora una volta, ancora una volta

o buondì, buondì, buondì /ancora una volta e poi basta

ancora una volta sotto la porta /ancora un giro giù al fiume

o buondì, buondì, buondì /ancora una volta e poi basta

Cosa fai Maria Caterina / lì seduta sullo sgabello

con il ventaglio in una mano / e nell’altra il fazzoletto

Prendete una gioia che vi piace / tiratevela in braccio con una mano

la curenta (danza tipica delle valli alpine) è più bella/ e poi tràllarillalà.

Rit.: o buondì, buondì, buondì…

Per danzare la monferrina / è arrivato un ufficiale

ha preso Maria Caterina / l’ha trascinata in mezzo al ballo.

Spostati tu paesano / passo io con il garde-enfant;

fammi solo un bell’inchino/ed io ti faccio un bel bacino…

Rit.: o buondì, buondì, buondì…”

Servizio a cura di Antonello Preteroti