Home / In evidenza / “Sebben che siamo fumme”, Un libro dedicato alle grandi donne piemontesi. 9 storie di forza femminile a cui ispirarsi 
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“Sebben che siamo fumme”, Un libro dedicato alle grandi donne piemontesi. 9 storie di forza femminile a cui ispirarsi 

pubblicato da Edizioni Savej  Il volume racconta 9 storie di forza femminile a cui ispirarsi 

Sul finire del 2023 – anno in cui concetti come violenza di genere, parità di diritti tra uomo e donna, gender  gap sono entrati molto spesso nel nostro quotidiano – Edizioni Savej, la casa editrice della Fondazione Enrico  Eandi dedicata alla storia, alla lingua e alla cultura piemontese, ha pubblicato il volume Sebben che siamo  fumne. Storie di donne piemontesi curato dalla presidente Lidia Brero Eandi. 

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Il libro consta di 176 pagine a colori ed è suddiviso in quattro sezioni: Sulle barricate, Non è un mestiere per  donne, La forza delle parole, Imprenditrici della carità. All’interno i contributi di diversi autori e autrici  esaminano le figure femminili nella loro singolarità o collettività. Fotografie, illustrazioni, approfondimenti, citazioni e documenti storici arricchiscono la narrazione dal taglio divulgativo e scorrevole. 

La copertina del volume è realizzata dall’illustratrice di fama internazionale di origini canavesane Elisa  Talentino. 

L’unione fa la forza 

Sebben che siamo donne, 

Paura non abbiamo 

Molte sono le donne piemontesi che, nella loro dimensione individuale o in quella collettiva, hanno  contribuito al raggiungimento di importanti traguardi sul lungo percorso dell’emancipazione. Letterate,  artiste, imprenditrici, operaie, partigiane, mondine… in queste nove storie scopriamo il coraggio e la forza  dell’“anello forte”, a cui ispirarci ogni giorno. 

Il volume si apre con le lotte di fino Ottocento e inizio Novecento per l’ottenimento di alcuni diritti  lavorativi basilari, come una paga dignitosa e le otto ore lavorative, portate avanti dalle mondine nelle  campagne vercellesi e dalle sartine tra le vie di Torino. Negli stessi anni la prima avvocatessa d’Italia, Lidia  Poët, si vedeva radiata dall’albo in quanto donna ma portava comunque avanti idee rivoluzionarie per i diritti  dei carcerati. 

Uniche per il contributo dato alla guerra di Liberazione sono poi le partigiane impegnate nelle vallate e nelle città piemontesi, troppo spesso il loro ruolo è stato sottovalutato e dimenticato. A guerra finita la forza delle  parole di due grandi scrittrici, Natalia Ginzburg e Lalla Romano, riempie pagine di grande rilievo per la  letteratura italiana del Novecento. Sono donne che spiccano in ambienti prettamente maschili come Elena  König, la signora Lenci, che con le sue bambole di feltro diventerà un’imprenditrice di successo. 

Due secoli dividono invece due “sante sociali” che in contesti così diversi ma con la stessa finalità di intenti  hanno contribuito a soccorrere i più deboli: Giulia di Barolo che aiuterà le carcerate e fonderà numerosi  istituti di carità ponendosi contro tutto e tutti e Lia Varesio, una vita intera dedicata a dare una casa a chi la  casa non ce l’ha, e la sua associazione Bartolomeo & C. 

Tra queste pagine traspaiono la tenacia e il coraggio, l’intelligenza e l’entusiasmo creativo, la grande  generosità e la voglia di cambiamento delle donne piemontesi che per questi valori hanno combattuto e  anche vinto. Traguardi sociali scaturiti dall’unione e dalla solidarietà tra donne, un concetto riportato  nell’illustrazione di copertina, ideata da Elisa Talentino, in un’unione di forze metaforicamente rappresentata  da un tiro alla fune infinito che travalica secoli e confini.

La Fondazione Enrico Eandi

La Fondazione Enrico Eandi è nata nel 2016 a nome e memoria di Enrico Eandi, imprenditore di successo che ha dedicato vita, passione e studi alla lingua piemontese e alla cultura locale in senso più ampio. L’obiettivo della Fondazione è quello di continuare a tutelare, promuovere e valorizzare il patrimonio culturale  piemontese nelle sue diverse espressioni: ambientale, storico, artistico, linguistico e sociale. 

Edizioni Savej è la casa editrice della Fondazione Enrico Eandi nata con lo scopo di mantenere vivo l’interesse  per la lingua e tutto ciò che è inerente alla cultura piemontese. A partire da La lingua piemontese di Bruno  Villata in cui vengono espresse le norme fondamentali della grammatica piemontese, l’interesse editoriale  tocca diversi ambiti, non solo linguistici, ma anche storico letterari. 

Il marcato interesse per il patrimonio linguistico locale viene inoltre ereditato attraverso il Dizionario  Elettronico Piemontese, un progetto vivo e in costante miglioramento e aggiornamento. L’intento è quello  di aiutare chi vuole imparare il piemontese o chi già lo conosce e vorrebbe semplicemente perfezionarlo. 

Rivista Savej ha invece l’obiettivo di divulgare la cultura piemontese attraverso un magazine on line che due  volte all’anno esce anche su carta arricchito da inediti e illustrazioni d’autore. 

Altri progetti in continua crescita vengono sostenuti e lanciati ogni anno, tra questi ricordiamo il più recente  Scapà da ca che raccoglie le esperienze di piemontesi all’estero e di stranieri trasferitisi in Piemonte. 

Riferimenti online 

www.fondazioneenricoeandi.it 

www.libreriasavej.it 

www.rivistasavej.it 

Per acquistare Sebben che siamo fumne: https://libreriasavej.it/products/sebben-che-siamo-fumne Per ulteriori informazioni o richieste scrivere a: info@fondazioneenricoeandi.it