In una cerimonia solenne tenutasi il 6 giugno 1883 nel cuore verde del Parco del Valentino, è stata ufficialmente posata la prima pietra del Borgo Medievale di Torino, ambizioso progetto architettonico e culturale voluto in vista dell’Esposizione Generale Italiana del 1884.
Il complesso, che sorgerà lungo le rive del Po, è destinato a diventare una delle attrazioni principali dell’esposizione e un punto di riferimento per la riscoperta dell’identità storico-artistica del Piemonte. Il Borgo sarà una fedele ricostruzione di un villaggio piemontese del Quattrocento, con case, botteghe, torri, strade acciottolate, fontane e un castello, tutti ricreati sulla base di rigorose ricerche storiche e filologiche.
A guidare il progetto è Alfredo d’Andrade, pittore, architetto e archeologo, affiancato da un gruppo di studiosi e restauratori d’eccezione, tra cui Vittorio Avondo, Edoardo Perino e Riccardo Brayda. Insieme, i progettisti hanno visitato decine di borghi, castelli e chiese in tutta la regione, raccogliendo schizzi, misure e fotografie, con l’obiettivo di offrire una rappresentazione autentica e scientificamente fondata della vita medievale piemontese.
«Non un semplice scenario fiabesco», ha dichiarato d’Andrade, «ma una vera e propria opera didattica e culturale, pensata per mostrare al grande pubblico la ricchezza e l’armonia dell’arte gotico-piemontese».
La costruzione avverrà con materiali e tecniche che riprendono fedelmente quelli del Medioevo, al punto che ogni dettaglio – dalle finestre bifore alle insegne delle botteghe – sarà ispirato a elementi architettonici realmente esistenti in luoghi come Fénis, Avigliana, Saluzzo, Verzuolo e Ivrea.
Il progetto non solo si inserisce nella crescente attenzione ottocentesca per la tutela del patrimonio storico, ma rappresenta anche un importante passo verso la valorizzazione delle radici locali in un contesto di rinnovata unità nazionale.
Il Borgo Medievale resterà in piedi anche dopo la chiusura dell’Esposizione del 1884, diventando uno dei primi esempi italiani di architettura “museale vivente” a cielo aperto.
