Dal 1838 il monumento a Emanuele Filiberto di Savoia domina il “salotto buono” della città. Storia, arte e identità torinese in un’unica scultura iconica.
TORINO – Se c’è un monumento che più di ogni altro incarna lo spirito sabaudo e l’identità storica di Torino, è senza dubbio il “Caval ëd Bronz”, come i torinesi chiamano con affetto e familiarità la statua equestre di Emanuele Filiberto di Savoia, che da quasi due secoli domina il centro di Piazza San Carlo.
Inaugurato il 4 novembre 1838, il monumento fu voluto da Carlo Alberto di Savoia per celebrare la figura del suo illustre antenato, comandante vittorioso nella storica battaglia di San Quintino (1557) e artefice del ritorno dei Savoia nei propri domini dopo l’esilio francese.
Un capolavoro della scultura ottocentesca
Realizzata dallo scultore Carlo Marocchetti, la statua rappresenta Emanuele Filiberto nell’atto solenne di rinfoderare la spada, gesto simbolico che rappresenta la fine del combattimento e il ristabilimento della pace. Un gesto non aggressivo, ma deciso, che riflette l’immagine di un sovrano abile, riflessivo e risoluto.
Fusa interamente in bronzo, la scultura poggia su un basamento decorato da bassorilievi che raffigurano momenti chiave della vita militare del Duca, tra cui il ritorno a Torino e la vittoria di San Quintino. Ai lati, due iscrizioni ricordano la gloria militare e il valore politico del principe.
Il cuore simbolico della città
Il monumento fu collocato al centro di Piazza San Carlo, la storica piazza barocca definita spesso il “salotto di Torino”. La scelta non fu casuale: qui si incrociano secoli di storia cittadina, tra caffè letterari, palazzi nobiliari e portici eleganti. Il “Caval ëd Bronz” divenne subito il punto focale della piazza e un riferimento visivo e culturale per i torinesi.
Un soprannome diventato leggenda
Il soprannome “Caval ëd Bronz”, che in piemontese significa “cavallo di bronzo”, è passato nel linguaggio quotidiano come modo affettuoso e diretto per indicare l’intero monumento. Ancora oggi, per generazioni di torinesi, “vediamoci al Caval ëd Bronz” è una frase comune, usata per darsi appuntamento o evocare il centro della città.
Restauri e memoria
Nel corso degli anni, il monumento ha subito diversi restauri, l’ultimo dei quali tra il 1999 e il 2000, in occasione del Giubileo. È protetto da vincoli monumentali ed è sorvegliato con particolare attenzione durante eventi pubblici o manifestazioni in piazza. Nonostante gli anni, il “Caval ëd Bronz” rimane intatto nella sua eleganza e solennità.
Un’icona tra passato e presente
Oggi, più che un semplice monumento, il Caval ëd Bronz è un simbolo identitario, che unisce Torino alla sua storia ducale e militare, alla dinastia sabauda, e a un’idea di città sobria, elegante e fiera. È anche uno degli scorci più fotografati dai turisti e una presenza familiare per chiunque viva il centro storico ogni giorno.
🗞 Curiosità: alla sua inaugurazione nel 1838, la statua destò ammirazione in tutta Europa. Il Times di Londra la definì “una delle più nobili statue equestri dell’età moderna”.
