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Tg1 – E’ a Torino il palazzo piu’ bello del mondo (video)

L’edificio eletto la miglior ristrutturazione dell’anno dalla rivista Archdaily – portale americano di architettura e interior design tra i più seguiti al mondo – nasconde molto di più di quello che promette la sua facciata barocca. L’antico Palazzo Valperga Galleani a Torino è infatti un immobile che, dopo un attento lavoro di riqualificazione portato avanti dal gruppo Building, è stato capace di conciliare passato e presente, modernità e tradizione.

L’intervento di restauro The Number 6 è iniziato nel 2010 e ha impegnato, per oltre due anni, circa 300 persone. A coordinare il progetto, che ha riportato agli antichi splendori l’edificio ribattezzato come “il più bello del mondo”, è stato l’architetto Luca Petrone della Building Engineering. “Questo palazzo – dice Petrone a idealista news – è diviso in due parti: una parte più antica che corrisponde all’angolo di via Alfieri e risale al 1663 e una parte più recente, annessa al corpo principale nel 1781. Nella ristrutturazione degli anni 50 i due edifici sono stati uniti dall’ingresso di via XX Settembre ”.

Per lungo tempo, è stata proprio questa l’entrata principale del palazzo che dal 1800 fino all’acquisto da parte della famiglia Boffa, titolari del gruppo Building, ha sempre ospitato degli uffici bancari. “Lo scopo del nostro intervento è stato quello di riportare il palazzo alle origini restituendogli, da un lato, la sua antica destinazione d’uso residenziale, e dall’altro, dando di nuovo centralità all’antico ingresso di via Alfieri, ormai ridotto a zona di parcheggio, facendolo diventare il fulcro di tutto l’edificio e dell’intero progetto The Number 6”.

The Number 6 tra modernità e tradizione

Il primo step dell’intervento di restauro ha riguardato la scelta delle parti dell’edificio da salvaguardare, separandole da quelle ormai compromesse. “Abbiamo diviso le parti meritevoli di un restauro – continua Petrone -, come ad esempio il piano nobile, da quelle compromesse che abbiamo deciso di trattare in chiave decisamente più moderna. Basti pensare che per realizzare tutti i caveau la banca a suo tempo aveva portato a termine degli importanti interventi in cemento armato, facendo perdere l’antica connotazione storica di edificio ottocentesco”.

La struttura del palazzo

L’edificio è strutturato in maniera tale che la parte storica e quella moderna siano una il naturale proseguimento dell’altra, ma allo stesso tempo siano separate da una simbolica barriera fisica. “Su un androne principale si aprono due ingressi, uno a sinistra e l’altro a destra. Quest’ultimo è la porta d’accesso alla parte più storica dell’edificio, con volte e soffitti a cassettoni, con uno scalone neoclassico che conduce al cosiddetto piano nobile. È qui che si trovano anche i pochi uffici, sede del Gruppo Building, di quello che è essenzialmente un edificio residenziale.

Lo scalone a sua volta rappresenta il limite oltre il quale si accede alla parte più moderna dell’edifico, che è rappresentata da tutta la serie di appartamenti che si affacciano su via XX settembre. “Abbiamo voluto inserire – sottolinea sempre Petrone – delle porte di cristallo che rappresentassero un limite fisico, uno stacco totale tra la parte più storica e quella più moderna”.

Gli appartamenti

Nell’edificio sono presenti 36 unità residenziali, con tagli che vanno dai 60 ai 250 m2. Ogni appartamento è fornito delle tecnologie più avanzate: da un sistema di riscaldamento/raffredamento con pompa a calore a una serpertina a pavimento, passando per un impianto elettrico con centralina domotica.

La centralina domotica, in particolar modo, è impostata su un sistema di carichi principali e secondari. Prima che si possa superare il limite fissato per ogni unità residenziale (che per gli appartamenti più piccoli è circa 7 kw e per quelli più grandi circa 12), provocando così un black out, il dispositivo è in grado di scollegare fino ad otto utilizzatori garantendo continuità di alimentazione ai carichi considerati prioritari.

Gli inquilini del palazzo, tra i quali vi sono numerosi calciatori e personaggi della “Torino bene”, possono usufruire anche di un centro benessere, una palestra e una sauna, il tutto improntato alla ricerca del comfort, del risparmio energetico e della riduzione dei costi.

Le illuminazioni di Richi Ferrero

Ad impreziosire ulteriormente questo palazzo d’epoca, e a dargli allo stesso tempo un tocco di modernità, contribuiscono le installazioni luminose di Richi Ferrero, noto artista torinese conosciuto soprattutto per la manifestazione “Luci d’Artista”.

La prima installazione, collocata sul cortile con accesso da via Alfieri, e fruibile anche dal pubblico, è la riproduzione di un giardino barocco in verticale realizzato con pietre luminose che progressivamente cambiano di colore. Quasi sospeso a mezz’aria c’è un albero di circa 6 metri con rami luminosi, che cambiano colore in sintonia con le pietre del cortile. Il giardino è completato da centinaia di fioriere, con piante aromatiche, illuminate da una moltitudine di led.

Nel secondo cortile è collocata una cupola vetrata e trasparente (il tetto dell’antica banca) su cui galleggiano sette pesci in vetroresina di tre diverse dimensioni. I pesci di notte si illuminano e cambiano colore. “Le installazioni hanno il compito di superare qualsiasi possibile demarcazione tra appartamenti di serie a e di serie b, dando a tutte le unità che si affacciano su entrambi i cortili, ‘una vista privilegiata’”.

immagini e video di Piero Ottaviano

collaborazione tecnica di Andrea Serapioni


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