Oggi, 10 maggio, si celebra la Giornata Mondiale del Lupus Eritematoso Sistemico, un’occasione importante per accendere i riflettori su una patologia autoimmune cronica, infiammatoria e multisistemica, che in Italia coinvolge oltre 60.000 persone. A essere colpite in misura maggiore – circa il 90% dei casi – sono le donne, perlopiù giovani, in età fertile e lavorativa.
Il lupus eritematoso sistemico è una malattia complessa che può interessare diversi organi e apparati – tra cui articolazioni, pelle, reni, cuore e sistema nervoso – rendendo difficile la diagnosi e l’approccio terapeutico. I sintomi sono spesso aspecifici e variabili, il che porta in molti casi a ritardi diagnostici e a un peggioramento della qualità della vita dei pazienti.
Nonostante l’impatto invalidante della patologia, il lupus rimane ancora poco conosciuto dall’opinione pubblica. La Giornata Mondiale ha proprio l’obiettivo di sensibilizzare sull’importanza della diagnosi precoce, della ricerca scientifica e del sostegno alle persone affette, promuovendo campagne di informazione e iniziative simboliche in tutta Italia.
In molte città, monumenti e luoghi iconici – come la Mole Antonelliana di Torino – si illuminano di viola, il colore simbolo del lupus, per dare visibilità alla lotta quotidiana di migliaia di pazienti e delle loro famiglie.
Aumentare la consapevolezza è il primo passo per garantire un accesso equo alle cure, favorire l’inclusione sociale e migliorare la vita di chi convive con questa malattia. La voce delle persone affette da lupus oggi chiede attenzione, ricerca e diritti.