
I TRE MOSCHETTIERI, Opera Pop. Venerdì 28 febbraio ore 20.30 sabato 1° e domenica 2 marzo ore 16. Teatro Colosseo (To)
Venerdì 28 febbraio ore 20.30
sabato 1° e domenica 2 marzo ore 16
I TRE MOSCHETTIERI
Opera Pop
con Giò Di Tonno, Vittorio Matteucci, Graziano Galatone
direzione artistica e regia di Giuliano Peparini
Poltronissima € 60,00 / Poltrona € 49,00 / Galleria A € 44,00 / Galleria B € 33,00 / Ridotto under 16 € 38,00
Una storia di amicizia raccontata da amici veri anche nella vita, l’intreccio di prosa, canto e danza che porta in scena il capolavoro di Alexandre Dumas, una vicenda di passioni, onore, vendetta che vuole appassionare il pubblico e riportare in scena una delle storie più appassionanti della letteratura.
E’ in arrivo al Teatro Colosseo ”I tre moschettieri”, il musical pop composto da Giò Di Tonno con la direzione artistica e la regia di Giuliano Peparini, uno spettacolo kolossal prodotto con un budget che sfiora il milione di euro da Stefano Francioni e dal Teatro Stabile d’ Abruzzo diretto da Giorgio Pasotti.
Sul palcoscenico accanto a Di Tonno nel ruolo di Athos, i protagonisti del ”tutti per uno, uno per tutti” sono Vittorio Matteucci nei panni di Porthos e Graziano Galatone in quelli di Aramis. I cattivi Richelieu e il suo braccio destro Rochefort sono impersonati da Christian Mini e Leonardo Di Minno, accanto a Roberto Rossetti (Dumas, il narratore), alle giovani promesse Sea John, nome d’ arte di Giovanni Maresca (D’Artagnan), Camilla Rinaldi (Milady) e Beatrice Blaskovic (Costanza), e ai ballerini della Peparini Academy Special Class. Le coreografie sono di Veronica Peparini e Andreas Muller, i testi di Alessandro Di Zio.
Nei momenti corali in scena si muovono trenta persone sulla colonna sonora di 40 brani – che è anche un doppio album – scritta da Giò di Tonno con Giancarlo de Maria per gli arrangiamenti e le orchestrazioni. Per il cantante e attore, che proprio alla messa in scena italiana nel 2002 di Notre Dame de Paris di Victor Hugo con la musica di Riccardo Cocciante deve la svolta della sua carriera, I Tre Moschettieri ‘segnano l’inizio di una nuova vita artistica come compositore: “Ho messo tutto me stesso in questo progetto e sono felice di portare in scena la storia di amicizia più celebre della letteratura con alcuni amici veri, a cominciare da Vittorio Matteucci e Graziano Galatone con cui ho già condiviso tante avventure”.
Un ruolo particolare ha occupato, nella produzione dello spettacolo, Renzo Musumeci Greco, storico maestro d’ armi, che ha lavorato a lungo per preparare e rendere credibili gli artisti nei duelli e gli incroci di spade. Proprio a lui- continua Di Tonno – si deve l’ input per il musical. ”Nel 2010 eravamo impegnati nei Promessi Sposi – ha raccontato il compositore -. Con Vittorio e Graziano giocavamo dietro le quinte e Renzo ci ha detto: ‘Siete tre moschettieri, non sarebbe una idea? mettendo la pulce nell’ orecchio. Ci siamo dedicati i primi due anni a scrivere lo spettacolo che per motivi vari è stato accantonato. Lo abbiamo ripreso l’ anno scorso. Ho puntato su una scrittura pop, diretta e con melodie orecchiabili che fanno subito presa. Sono convinto che stupirà il pubblico’‘.
Per Giuliano Peparini, che ha aperto l’Accademia delle arti e dello spettacolo nel quartiere romano dove è nata la sua passione per la danza, accettare questa sfida è ”il modo migliore per dare la possibilità ai giovani di crescere”. Concentrarmi su di loro è il mio focus. Ciò che mi colpisce dei personaggi di Dumas è il loro modo di crescere. Un giovane come D’Artagnan che cerca di trovare la sua identità e un posto nel mondo, è di grande attualità per i nostri giovani, una generazione che mette fortemente in discussione i suoi riferimenti e modelli”.
Lo spettacolo ha un prologo in una fabbrica di scatoloni dove si intravede un libro dimenticato o forse lasciato lì da qualcuno volontariamente. Un lavoratore lo prende, lo apre e comincia ad appassionarsi leggere ad alta voce e attirando gli altri lavoratori che, via via, diventano i personaggi della storia portando lo spettatore nella Parigi dell’800.
Il trionfo dell’amicizia, ma anche il trionfo del potere e dell’ambizione in questa storia senza tempo dove “buoni” e “cattivi” combattono una lotta quasi archetipica mettendo al centro valori quali onore, fedeltà, onestà, troppo spesso messi in crisi dal mito dell’uomo contemporaneo e che i tre moschettieri portano fieri sulla punta delle loro spade. Accanto all’amicizia trova spazio anche l’amore, motore di ogni azione che qui si sublima nell’incontro tra D’Artagnan e Costanza, un amore che verrà spezzato dalla sete di vendetta dell’altra protagonista femminile, la perfida Milady. Il finale, come tutti i finali, riporterà l’equilibrio, ma lo spettatore andrà via con l’amaro in bocca. Chissà, forse perchè i “buoni” sono a un tratto diventati “cattivi”? Oppure perché è proprio la morte l’unico mistero che neanche l’uomo contemporaneo è riuscito a svelare. L’unico mistero che ci rende microscopici e vulnerabili.