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6 maggio 1949. I funerali del Grande Torino: un’intera nazione in lutto

Torino, 6 maggio 1949 – Due giorni dopo la tragedia di Superga, che cancellò in un attimo l’intera squadra del Grande Torino, l’Italia si è fermata per rendere omaggio a quella che non era solo una squadra di calcio, ma un simbolo di rinascita e orgoglio nazionale nel dopoguerra. I funerali solenni si sono tenuti nella giornata di venerdì 6 maggio, con una partecipazione popolare senza precedenti: oltre mezzo milione di persone hanno invaso pacificamente le strade del capoluogo piemontese.

Il corteo funebre è partito dalle camere ardenti allestite nella sede della società, in via Giulia di Barolo, dove migliaia di persone avevano già sfilato nei giorni precedenti per dare l’ultimo saluto ai campioni. I feretri dei 18 calciatori del Torino – da capitan Valentino Mazzola a Bacigalupo, da Loik a Gabetto, da Ossola a Maroso – erano accompagnati da quelli degli allenatori, dei dirigenti, dei giornalisti e dei membri dell’equipaggio, per un totale di 31 vittime.

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Tra i presenti c’erano autorità civili e militari, rappresentanti di tutte le squadre italiane, delegazioni straniere, e naturalmente le famiglie straziate dal dolore. I funerali si sono svolti nella Chiesa Grande di Torino (il Duomo), gremita all’inverosimile, mentre la folla assiepava ogni strada, balcone e piazza lungo il percorso.

Il silenzio irreale e il pianto collettivo che hanno accompagnato il passaggio dei carri funebri sono rimasti impressi nella memoria di chiunque vi abbia assistito. Le cronache dell’epoca riportano che molti uomini piansero apertamente, un gesto raro per quei tempi, mentre donne e bambini lanciavano fiori o stringevano al petto immagini dei loro beniamini.

Nel discorso funebre, le istituzioni e i rappresentanti del club sottolinearono come il Grande Torino avesse incarnato lo spirito di una nazione che cercava di risollevarsi dopo la guerra: una squadra leggendaria, campione d’Italia per cinque anni consecutivi, che costituiva l’ossatura della Nazionale italiana.

Alla fine della cerimonia, le bare vennero portate al Cimitero Monumentale, dove furono sepolte una accanto all’altra, in un’area che oggi è ancora meta di pellegrinaggio per tifosi e appassionati di calcio da tutto il mondo.

Il lutto per la scomparsa del Grande Torino non fu solo sportivo, ma umano e culturale: con loro scomparve un’epoca. Ancora oggi, ogni 4 maggio, la memoria di quegli eroi viene onorata dai tifosi granata con una marcia fino alla basilica di Superga, dove si legge l’elenco dei caduti. Perché gli Invincibili non morirono davvero: vivono nel cuore di chi ama il calcio.