Il 28 aprile 1796, nella tranquilla cittadina di Cherasco, in provincia di Cuneo, si scrisse una delle pagine più importanti della storia piemontese ed europea: veniva firmato l’Armistizio di Cherasco tra la Repubblica Francese e il Regno di Sardegna.
L’accordo pose fine alle ostilità tra i due stati durante la Prima Campagna d’Italia, condotta con straordinario vigore dal giovane generale Napoleone Bonaparte, destinato a diventare una delle figure più influenti della storia moderna. Dopo una serie di brillanti vittorie francesi contro l’esercito piemontese e austriaco, il re Vittorio Amedeo III di Savoia fu costretto a negoziare la pace per evitare la totale disfatta.
Le condizioni imposte dalla Francia furono severe: il Regno di Sardegna dovette cedere i territori di Nizza e della Savoia, garantire il libero passaggio delle truppe francesi attraverso il proprio territorio e consegnare numerose fortezze strategiche. In pratica, il Piemonte si trovò sottoposto all’influenza diretta di Parigi, inaugurando una fase di dominazione politica e militare che avrebbe radicalmente trasformato il panorama italiano.
L’Armistizio di Cherasco non fu soltanto un episodio di resa militare, ma un evento destinato ad avere profonde ripercussioni: aprì infatti la strada alle campagne napoleoniche in tutta la penisola e anticipò le grandi trasformazioni che l’Italia avrebbe vissuto nel XIX secolo, tra la caduta dei regimi monarchici tradizionali e l’ascesa delle idee rivoluzionarie.
Per Cherasco, cittadina di antica tradizione e già nota come “Città della Pace” per i numerosi trattati firmati nella sua storia, l’accordo del 1796 confermò il suo ruolo simbolico come luogo di passaggi epocali. Oggi, l’armistizio è ricordato come un momento decisivo non solo per il Piemonte, ma per tutto il futuro assetto politico europeo.