Oreste Bolmida, 18 aprile Torino — il trombettiere del Filadelfia che accese il cuore del Grande Torino
Torino, 18 aprile 1893 – Nasceva in questa data, proprio sotto la Mole, Oreste Bolmida, figura leggendaria nella storia del Torino Calcio e simbolo immortale del Filadelfia, lo stadio che fu tempio sacro del calcio granata.
Capostazione di professione, ma tifoso del Toro per vocazione, Bolmida è ricordato da generazioni di appassionati come “il trombettiere del Filadelfia”. Con tre squilli di tromba, lanciati dalla sua cornetta ferroviaria, dava il via a quello che è entrato nel mito come “il quarto d’ora granata”: un concentrato di passione, potenza e orgoglio con cui il Grande Torino travolgeva gli avversari nei minuti finali delle partite.
Una carica che faceva tremare gli avversari
Ogni volta che Bolmida suonava la carica dalla tribuna, qualcosa di magico accadeva. Il capitano Valentino Mazzola, simbolo assoluto di quel Torino invincibile, si rimboccava le maniche: un gesto che i tifosi avevano imparato a leggere come l’annuncio dell’assalto finale. In quel quarto d’ora, il Torino diventava incontenibile.
Indimenticabile la partita del 30 maggio 1948 contro la Lazio: sotto 0-3 a metà partita, i granata si scatenarono nella ripresa, rifilando quattro gol in venti minuti. Una rimonta clamorosa, firmata anche da quel segnale sonoro che scosse la squadra e il pubblico. Bolmida aveva suonato. E il Toro aveva risposto.
L’ultimo squillo e il giuramento
Il legame tra Bolmida e il Grande Torino fu così forte che il 6 maggio 1949, giorno dei funerali degli Invincibili caduti nella tragedia di Superga, Bolmida suonò la sua cornetta per l’ultima volta, tra le lacrime. Quel giorno fece un voto solenne: non avrebbe mai più usato la sua cornetta.
Ma l’amore granata sa attendere, e sa anche tornare. Il 16 maggio 1976, il Torino vinse il suo settimo scudetto, il primo dopo Superga. Fu allora che i tifosi consegnarono nuovamente la cornetta a Oreste Bolmida. Quel suono risuonò ancora una volta al Filadelfia, come un ponte tra due epoche, come un battito del cuore che non aveva mai smesso di palpitare.
Un uomo, una tromba, una leggenda
Oreste Bolmida non fu solo un tifoso, fu un simbolo di passione e appartenenza, un uomo che riuscì a dare voce al sentimento granata con tre squilli di cornetta. Ancora oggi, il suo nome è scolpito nella memoria del Toro e dei suoi tifosi, come la nota più viva e struggente dell’inno non scritto di una squadra che fu leggenda.
